Si chiama Mitsuhiro Arita ed è famoso anche per i fan dei Pokémon che… non lo conoscono! Chiunque abbia mai giocato al gioco di carte, o le abbia anche solo collezionate, ha di sicuro ammirato più di una volta le creazioni di questo grande maestro disegnatore. Con più di 500 illustrazioni, è uno degli artisti più prolifici del GCC Pokémon.
In un’intervista ad Eurogamer il disegnatore ha rilasciato varie dichiarazioni. Una delle più interessanti è quella sulla durata di un’illustrazione per le carte: fino a 7 settimane. “Il processo è rimasto invariato nel corso degli anni”, dice. “Inizia tutto con un contatto da Creatures Inc. (una delle società che detiene e gestisce i diritti di Pokémon, NDR) in cui mi chiedono quanto tempo ho e su quante carte posso lavorare contemporaneamente. Dopo le mie risposte, mi chiedono di disegnare specificamente questo o quel Pokémon, mi inviano del materiale di riferimento da osservare prima di disegnare, con istruzioni come il tipo di sfondo, la posa, un tema specifico o addirittura una precisa mossa da usare. In base a questo, invio loro delle bozze e poi si inizia il lavoro. In totale il processo impiega fino a 7 settimane, ma la metà è il tempo in cui Creatures invia istruzioni, controlla le bozze e le revisiona; solo l’altra metà è il lavoro effettivo in cui disegno la carta“.
Tra gli altri temi più interessanti che sono stati affrontati, Arita ha parlato delle sue prime creazioni, le più famose: il grassoccio Pikachu e il rarissimo Charizard del Set Base. “I primi videogiochi Pokémon per il Game Boy avevano una grafica monocroma in pixel art, con delle immagini estremamente stilizzate. Per cui, quando ho iniziato, gli unici punti di riferimento per me erano quelle minuscole figurine dei Pokémon in bassissima risoluzione“. Questo ci fa capire quanto, soprattutto al tempo, fosse affidato all’estro dell’artista. “Ho sempre pensato che non sarei mai riuscito a replicare la fortuna che quelle due carte hanno avuto tra il pubblico”, dichiara. “Ma poi ho ricevuto tantissimi segnali positivi su un Mewtwo disegnato recentemente (una versione speciale di Mewtwo GX di Leggende Iridescenti, NDR), quindi forse sono sulla buona strada!”
Parlando invece del proprio stile personale, Arita affronta tutti i dubbi e le scelte di quando disegna una carta. “Uno dei punti focali su cui mi concentro è pensare cosa quel determinato Pokémon rappresenti, e non cosa ho creato finora per gli altri Pokémon. Questo genere di Pokémon (si riferisce alla carta di Foongus da Uragano Plasma, NDR) è davvero difficile da mettere in posa. Ho provato a usare la mia creatività, decidendo quindi di farlo apparire appoggiato a un albero per rappresentare al meglio le sue particolarità”. Rivela inoltre di voler donare ai Pokémon uno stile molto realistico e ispirato alla realtà. “Da sempre mi piace osservare la natura per cercare di catturarne l’essenza e rifletterla sui Pokémon come se fossero creature reali“. E una parte di questo compito è affidata agli sfondi, spesso molto realistici. Arita rivela anche che “A volte ritorno sulle mie stesse illustrazioni passate, più semplici nello stile, per cercare di estrapolare le tecniche con cui sono riuscito a preservare la loro forza artistica”.
L’ultimo argomento che trattiamo con lui è quello delle recenti carte a figura intera (full art), capaci di infrangere questa semplicità e sbloccare per il disegnatore nuovi orizzonti. “Penso che ogni illustratore cerchi di fare in modo che i propri disegni sembrino più grandi di quello che in realtà sono. Per cui dedichiamo parte del tempo a progettare quale porzione ricadrà al di fuori della cornice oppure, nel caso delle carte olografiche, ci concentriamo anche sulle sezioni che poi dovranno luccicare o brillare“. Un lavoro a tutto tondo che conferma l’immensa bravura necessaria per disegnare quelle illustrazioni, le quali, a volte senza pensarci, ci accompagnano in ogni sfida con le carte. E voi cosa ne pensate?