Quando Niantic ha lanciato Pokémon GO nell’estate del 2016, i fan hanno risposto con un’accoglienza difficilmente immaginabile. La ricezione del pubblico è stata tanto positiva da tenere attaccati allo smartphone anche i vecchi fan, quelli di lunga data che avevano abbandonato il brand, recuperandoli. Ma è una legge di marketing, la bolla di un successo improvviso dopo un po’ scoppia. Finisce la moda e si torna alla normalità del mercato. Quando questo succede bisogna reinventarsi e noi oggi ci chiediamo: Pokémon GO l’ha fatto?
La risposta è sì: perché si è evoluto. La struttura iniziale del gioco aveva un proposito preciso e anche lodevole, quello del far videogiocare in movimento, vivendo il gioco nella vita reale e nei posti visitati di persona. Non un obiettivo semplice perché il videogioco, specie sullo smartphone, è un leggero passatempo da consumare in totale relax mentre si è immersi nelle comodità. Ma sarà l’appeal di Pokémon, dell’avventura, del sogno di ogni fan di ritrovarsi in un mondo popolato davvero da creature fantastiche. Alla fine ha funzionato.
Dopo la fine della “bolla” però, con il saluto (definitivo, perché quelli non tornano!) di chi ci aveva giocato più che altro per moda, a Pokémon GO sono rimasti i fan più veri del brand e del gioco, quelli che volevano dedicarsi alla cattura nel mondo reale come fosse una missione. Un videogioco più straordinario del solito perché per compierlo c’è bisogno di sforzo fisico, tempo e anche denaro da dedicare agli spostamenti. Ma mancava qualcosa, un altro elemento che i giocatori appassionati avrebbero sicuramente “speso” per compiere le loro missioni. Un elemento splendido da mettere sul tavolo (o in questo caso, in strada).
La collaborazione di gruppo, una modalità di gioco che nel gergo videoludico si chiama “Co-op”, cioè cooperativa: le missioni sono completabili SOLO collaborando. Il mondo Pokémon è in gran parte così, fondato sulla collaborazione, come insegnano gli scambi che sin dal 1996 sono al centro dei videogiochi principali. E così GO si è adeguato ottimamente alle linee guida: palestre, raid, Pokémon leggendari. Ora non si farà più un gran parlare di Pokémon GO perché qualcuno ci ha giocato distraendosi al volante (mai farlo, anzi, nemmeno a piedi dovete essere distratti, è pericoloso!).
Forse se ne parlerà perché gruppi di ragazzi si incontrano in un punto comune, anche col freddo invernale ed anche a kilometri di lunga distanza, per catturare Mewtwo – come successo a Brescia la mattina di Natale! Questo gruppo di giocatori lombardi ha raccontato al Giornale di Brescia di venir spesso controllati dalla Polizia, a causa della loro abitudine di mettersi a cerchio mentre lottano tutti insieme contro il leggendario di turno… ma raccontano anche della loro passione verso il gioco: ognuno fa il suo per esserci e per aiutare gli altri giocatori ad esserci. Perché solo insieme si vince e perché giocare insieme, proprio come fosse un’avventura nel mondo Pokémon che tutti sogniamo, adesso sembra ancora più bello.